Secondo la scienza ufficiale probabilmente il creatore si ubriaca spesso, perché tutto ciò che non è spiegabile scientificamente viene classificato come inesistente o inutile, a seconda di quanto sia evidente la sua presenza, ad esempio circa il 90% del nostro DNA è stato definito “spazzatura” nel senso che secondo gli accademici non servirebbe a nulla, questo per non ammettere l’evidenza, ovvero che hanno capito a cosa serve solo il 10%, tutto il resto gli è completamente oscuro, sarebbe come se un archeologo ispezionasse il 10% di una piramide e poi uscisse dicendo al mondo : ”Ora vi spiego come è fatta la piramide, il primo 10% è composto così e così ….. dell’altro 90% non preoccupatevi, tanto gli egizi l’hanno costruito perché si annoiavano, ma non serve a nulla” probabilmente nelle conferenze inizierebbero a tirargli gli ortaggi.
Dopo centinaia di anni di metodo scientifico dovremmo aver capito che la natura non sbaglia mai, siamo solo noi che arriviamo in ritardo a capire il funzionamento di certe cose, e allora perché ci ostiniamo a posizioni dogmatiche? Bisognerebbe che fin dalle elementari i maestri insegnassero con l’uso del condizionale, spiegando che le affermazioni fatte dagli scienziati sono da considerarsi vere FINO AL MOMENTO IN CUI NON VENGONO CONFUTATE da altri, questo creerebbe una società di gente curiosa, capace di vedere le cose da diverse angolazioni, che non da nulla per scontato, e non ultimo che non viene delusa quando una certezza crolla davanti all’evidenza della praticità.
Invece fin da piccoli ci viene insegnato che “l’ha detto la maestra” oppure “l’ha detto il babbo”, perché PURTROPPO i bambini si fidano di determinate figure e le considerano infallibili, e i grandi alimentano questa credenza (perché a loro volta sono stati cresciuti con lo stesso sistema) quando sarebbe molto più onesto e soprattutto “produttivo” far capire ai bambini che non esiste nulla che non possa essere messo in discussione, a condizione che le nuove teorie si basino su fatti e condizioni concreti.
Quando leggiamo la storia della scienza scopriamo che tutti quelli che hanno fatto la differenza hanno sempre messo in discussione i loro predecessori, e ci viene naturale pensare cose tipo “ma come facevano i suoi contemporanei a non capire che Galileo aveva ragione?” poi leggiamo la contemporaneità e se la osserviamo con occhio oggettivo vediamo che appena uno esce un pelo fuori dai dogmi conclamati viene preso per pazzo, e non importa se gli esperimenti, le misurazioni e quant’altro le danno ragione, è un pazzo, se avesse ragione bisognerebbe riscrivere troppi libri (forse lo fanno per una questione ecologica).
E non pensiamo di esserci liberati dei dogmi solo perché la scienza si è ormai divisa definitivamente dalla religione …. La divisione è al massimo servita ad eliminare l’aspetto truce della faccenda, un moderno Galileo non verrebbe costretto ad abiurare, un Giordano Bruno non verrebbe bruciato sul rogo …. Ma di sicuro verrebbero isolati e additati come pazzi visionari.
Meno di un secolo fa un certo Einstein si presentò alla comunità scientifica e disse fondamentalmente 2 cose sconvolgenti:
1. Il tempo e lo spazio sono una cosa sola (che lui definì spazio-tempo) e sono la nostra quarta dimensione
2. In presenza di una enorme forza gravitazionale lo spazio-tempo può essere curvato (di fatto rallentando il tempo), in misura proporzionale alla massa gravitazionale
E le affermava non per averle sognate dopo una cena a base di peperoni, ma per averle calcolate scrupolosamente, ciò nonostante venne preso per pazzo, gli ci vollero una caparbietà fuori dal comune e decenni di lotte per riuscire a dimostrare che aveva ragione.
Ma la cosa veramente emblematica del modus operandi della comunità scientifica è ciò che avvenne dopo, ovvero si prese la teoria di Einstein e da un lato la si elevò al rango di dogma assoluto, monolitico, incontrovertibile, capace di ostacolare qualsiasi futuro piccolo Albert, dall'altro lato la si mise in un cassetto polveroso ad uso esclusivo dei fisici e dei matematici mentre nelle scuole medie e superiori la si nomina distrattamente perchè in quella fascia di età la forma mentis si stà ancora strutturando, e non si può correre il rischio che dalle scuole escano troppi ragazzi con la mente aperta.
In conclusione credo che ci troviamo in questa situazione, in cui andiamo avanti con una macchina evolutiva che ha il freno a mano tirato, semplicemente perché poche persone hanno il coraggio e la lungimiranza di mettere in discussione le certezze, perché la nostra società è di fatto fondamentalista, siamo stati cresciuti con il concetto che la stabilità e la sicurezza siano cose positive mentre il dubbio e l’ignoto siano negativi, dobbiamo iniziare a pensare, e a insegnare alle nuove generazioni, che è tutto ignoto, e quindi è molto meno rischioso e più produttivo mettere sempre in discussione tutto piuttosto che adagiarci nella sicurezza delle certezze.
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